Terre Selvagge di Meridia
Un tempo il deserto era il luogo natale degli
Uomini della Sabbia e dei
Bruti del Sud, ma ai giorni nostri esso è considerato una zona selvaggia, in cui solo soldati, avventurieri e folli si avventurano di propria sponte. Le creature ostili e mostruose che vivono nel deserti d’Arsarena e Agrosecco sono, per i Meridi, cacciatori e prede insieme. Cacciatori perché numerose sono le vittime tra viaggiatori e abitanti di zone ai margini delle aree selvagge che scompaiono per sempre, e prede perché la Loggia degli
Alchimisti di Ambra ed i
mercanti venali sono sempre interessati all’acquisto di sostanze estratte da queste creature magiche e mostruose.
Il Deserto Agrosecco domina il centro del Principato, e costituisce un’inesauribile fonte di pericoli e problemi per le contigue zone civilizzate. In primo luogo l’Agrosecco è popolato da creature selvagge e pericolose, tra cui anche gli orribili demoni delle sabbie, e inoltre la strada carovaniera che lo attraversa, e che porta verso la Cost’Elia, è funestata da briganti. Alcuni vociferano che si tratti di un’unica compagnia di tagliaborse, altri che ve ne siano diverse, altri ancora sostengono che ai piedi dei monti Opsi, in una gola nascosta, si celi una città segreta in cui si rifugiano i reietti della società, i malviventi e i fuggitivi, governata da un nobile decaduto di incredibile fascino, seppur sfregiato, detto Drappo Scarlatto, e che questa viva grazie alle scorrerie lungo la strada Secca.
Sulle pendici dei Monti Secchi, così riferiscono i Bruti che pattugliano l’Agrosecco e i mercanti le cui carovane sono sopravvissute alla traversata, si aprono grotte segrete nei cui meandri vivono piccole ed infide creature, aggressive quanto disgustose, che attaccano i viaggiatori durante la notte. L’unica consolazione è che il problema viene certamente sentito con maggiore gravità dagli odiosi Venali.
Sulla punta del Promontorio della Coda sorgeva l’antica capitale dell’Impero del Fuoco, Salamandra. Oggi questo posto è solo rovine, bestie selvagge e spiriti inquieti. Pochi sono i coraggiosi che si avventurano lungo la pericolosa Coda, e ancor meno coloro che giungono a Salamandra in cerca di reperti, oro ed oggetti intrisi dell’antico potere del fuoco. Di certo le leggende abbondano su questo luogo maledetto, e addirittura si dice che lo scheletro annerito dell’ultimo Eliarca, che trasformò Salamandra in una pira votiva al Sole, regni ancora sulle ceneri del suo Impero.
Il Deserto d’Arsarena, che minaccia da sud
Meridia, si estende a perdita d’occhio ed è, ancora oggi, partenza di scorrerie da parte di creature selvagge e venefiche, demoni delle sabbie e, talvolta, predoni del deserto. Si dice inoltre che tra le dune si scorgano, nelle giornate di particolare calura o quando il vento le svela, rovine di antiche città degli
Adusti abbandonate e inghiottite dalla sabbia.
La Foresta d’Altorovo si estende a sud di
Ambra ed è popolata da pericolose creature bestiali di inaudita ferocia, che a volte si avventurano verso le sponde del Cromo. Inoltre tutto il Promontorio della Coda è maledetto e infestato dagli spettri degli antichi Meridi.
I Monti Rugenti sono considerati una zona selvaggia, e la sorgente del Patrio è un luogo mistico e pericoloso. Antiche leggende sostengono che una stirpe di creature maligne, o di uomini malvagi, vivessero nelle profondità di grotte umide alla fonte del Patrio ai tempi dell’Impero del Fuoco, e che le loro aule siano ancora ricolme di tesori inestimabili. Nella realtà le esplorazioni dei Monti Rugenti sono state scarse e difficili, con ben magri risultati.
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La mappa di Meridia |
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[1] "
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano